Didattica

Impianto zigomatico con tecnica extra mascellare ed extra sinusale

chiaramente l’impianto zigomatico è oggi il gold standard delle graftless solutions per atrofie gravi in edentulia mascellare.

Considerando che il 6-10% della popolazione mondiale è edentula e che le tecniche chirurgiche devono diventare sempre più fruibili, noi utilizziamo la tecnica dello zigomatico minimamente invasiva grazie alla quale risolviamo come ultima spiaggia i casi più gravi. Negli anni si è avuto grosso pregiudizio con le prime sperimentazioni riguardo alla implantologia zigomatica, oggi invece la tecnica è ad appannaggio dei chirurghi più esperti che hanno semplificato il tutto, certo che rimane l’impianto più difficile da inserire, che richiede una grande preparazione, esperienza, programmazione, strumentazione ed una forte motivazione del paziente. Senza perdere di vista lo scopo, “il bisogno del paziente”, e adeguandoci ai nuovi trend, cioè semplificare i trattamenti, renderli più fruibili per andare incontro alla crisi, il mondo ci sta omologando alla logica del profitto me questa metodica è la più stimolante per un chirurgo protagonista, che fa sua la frase del prof. veronesi: “l’innovazione si fonda sulla capacità di trasgredire”.

Voglio ricordare che gli impianti zigomatici nascono negli anni “80 con il prof. branemark (padre della moderna implantologia dentale, infatti il primo articolo scientifico è datato 1987, poi con le abilità del dott. keller ed il dott. carlos aparicio.

Grazie a tale tecnica noi possiamo mettere fine alla provocazione e alla domanda più frequente di alcuni pazienti: mi hanno detto che non c’è più possibilità nel mio caso di inserire degli impianti.

Inoltre se consideriamo che ci sono fallimenti al prelievo della cresta iliaca del 17% e della calvaria del 6%, ma che soprattutto avviene successivamente un riassorbimento del 12 e 60% successivamente e che l’osso autologo (prelevato dal paziente) necessario in quantità maggiore lo troviamo solo in sedi extraorali, la tecnica quindi più predicibile sono proprio gli impianti zigomatici. inoltre gli impianti inseriti con innesto osseo, grandi rialzi e tecniche gbr hanno un tasso di successo inferiore agli impianti zigomatici. Infine la distrazione osteogenetica da troppe complicanze ed inoltre vettore di crescita è impossibile da controllare per cui come tecnica va abbandonata.

Non solo, dobbiamo anche sottolineare che nello zigomo c’è sempre osso compatto e qualitativo per i carichi (cioè 99% osso di tipo i e ii misch), e trattiamo grazie a questo impianto i casi estremi di atrofie (classe V e VI di cawood e howell).

Essenzialmente per un difetto zona premolare utilizziamo la tecnica ibrid, se c’è un difetto nella zona anteriore della mascella utilizziamo la tecnica quad o double zygoma sino alla tecnica cross se vogliamo spostare più distalmente la testa dell’impianto.

Evoluzione della tecnica:

1980

Original branemark protocol intrasius path for the implant body and a window to the maxillary sinus for visual control of the placement of the zygoma implant results in eccessive angulation in the palatal emergence of the implant mead).

La tecnica partiva dalla cresta alveolare come gli impianti standard

2000

Stella and warner the sinus slot technique (the proceure could be done in dental office setting) which makes us of a slot window through the butters wall of the maxilla for guidance and control of implant insertion at the junetion of the lateral orbitsal on the zygomatic arch.

Infine grazie al dott. carlos aparicio si è avuta la classificazione della tecnica: 

  • the zaga surgical procedure 
  • che significa z = zigomatic, a = anatomy, g = guided, a = approach, cioè la tecnica dipenderà solo dalla anatomia nonché la concavità del profilo della parete laterale del seno mascellare, e con leggere o buone concavità possiamo non invadere quindi il seno, mentre con convessità siamo costretti a ricorrere alla tecnica trans o intra sinusale.

Una frase da nobel: poca osservazione e molto ragionamento conducono al nulla, molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità.

Per i colleghi

Studio di coorte randomizzato rtc

Scopo

Eseguiamo studi di coorte randomizzati

Materiali e metodi

Per valutare il protocollo chirurgico/protesico per la riabilitazione dell’edentulismo con quattro impianti ed una protesi biologica priva di metallo (metal-free) utilizzando una sottostruttura in composito rinforzato con fibre (trilor arch) e denti in composito. Le visite di follow-up sono state programmate al tempo zero (inserimento degli impianti) a 6, 12, 24 e 36 mesi dopo il carico della protesi.

Il trattamento di all on four è un concetto alternativo e rivoluzionario perché tale procedura supera le limitazioni anatomiche.

Risultati

Alla fine del follow-up abbiamo osservato un successo implantare del 97%. Non è stato osservato alcun effetto significativo nel tempo sulla variazione del livello osseo medio (espressa come percentuale di variazione rispetto al valore basale), con una perdita ossea media all’ultimo follow-up di -0,47mm +- 0,64,, (test anova).

Inoltre non sono stati osservati peggioramenti degli indici parodontali esaminati e non sono stati [pd] osservate complicanze-protesiche. [profondita’ sondaggio indice di placca di o’leary (pi) sanguinamento al sondaggio (bop)]

I parametri di percezione dei pazienti esaminati hanno rivelato un buon livello di soddisfazione intervallo di punteggio 7-10 (su scala di punteggio 0-10).

Conclusioni

Questi dati evidenziano il potenziale della tecnica come soluzione alternativa per limitare la chirurgia protesica aggiuntiva e per eseguire un trattamento più conservativo e meno traumatico anche in caso di mascelle atrofiche, il tutto con costi inferiori e cin una chirurgia semplice e minimamente invasiva con riduzione della morbilità e delle complicanze e dei tempi di recupero post operatorio.

Dialoghi con i pazienti ed articoli scientifici

Implatologia orale tra mito e realta’ e’ anche offuscata dal dillemma dell’ignoranza

La validità dell’implantologia orale fu provata nel 1938.

Per la riabilitazione dell’anca e del femore, gli ortopedici installano oggi perni a ritmi sbalorditivi. si tratta, però, d’impianti completamente affondati nell’osso, mentre in odontoiatria gli impianti endossei hanno i rispettivi monconi – per le successive protesi – che fuoriescono dall’osso e protrudano nella cavità orale.

Questa protusione è la via di comunicazione tra l’interno e l’esterno dell’organismo e quindi potenzialmente responsabile di un eventuale focus infettivo.

 

Prima si attendevano 6-8 mesi prima di montare i monconi ed i denti per il carico sugli impianti, poi 2-3 mesi ed oggi si esegue il carico immediato cioè si smontano i denti fissi già il giorno che si inseriscono gli impianti endossei.

La storia dell’odontoiatria ha risentito sempre di quell’inutile lentezza, tipica del processo di riconoscimento e accettazione di qualsiasi idea nuova e sbalorditiva. il fine ultimo in odontoiatria è quello di ottenere il massimo beneficio per il paziente ed è difficile pensare che nell’era dell’atomo e dei viaggi spaziali l’uomo possa accettare la situazione dei propri denti con protesi amovibili, grosse, ingombranti ed umilianti o piuttosto persistere in metodiche chirurgiche già sorpassate, ma ancora in vita per coloro che per difendersi hanno il timore di sapere, in quanto conoscenza, comporta responsabilità.

Per quanto riguarda il successo vorrei ricordare cosa disse una volta b.j. whashington: “ho imparato che il successo và misurato non tanto per la posizione che uno ha raggiunto nella vita, quanto piuttosto in base agli ostacoli che uno ha dovuto superare per cercare il successo.”

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